Saremo protestati! Il grido degli imprenditori spopola sui social
Nel 2021 il Covid ha mosso milioni di persone a cercare soluzioni per andare avanti nella vita e nel lavoro, ma per la maggior parte delle imprese la difficoltà è davvero alta, si rischia di chiudere, di accumulare debiti e quindi di venire protestati. Questo è il grido di allarme di molti imprenditori che sono stati colpiti dalla pandemia ma ancor di più dalle leggi di chiusura e dai pochi aiuti ricevuti. Il blocco dei protesti avvenuto nel 2020 lasciava un briciolo di speranza ma ad oggi nessuna novità, nessuna proroga e pochi sostegni a chi davvero ne ha bisogno. Anche nei social si avverte la disperazione con l’hashtag iosaròprotestato, dove molti piccoli e grandi imprenditori si ritrovano nell’appello, dove le partite IVA stanno sprofondando a causa di costi che non si smettono di sostenere ed entrate che non ci sono e ancor di più non c’è la possibilità di fare.
Chi chiude e chi lavora: il rischio protesto è sempre in agguato
Tra le centinaia di imprenditori ci sono coloro che sono stati costretti a chiudere dato che il loro lavoro è stato giudicato non essenziale e quindi non necessario per correre il rischio della diffusione del virus. I costi fissi comunque nessuno li ha mai sospesi e i ristori o i sostegni che sono arrivati, se sono arrivati, non sono bastati a colmare le lacune che si sono accumulate nel corso di un anno e più. Questo accade anche per tutti coloro che invece sono rimasti aperti dato che la loro mansione riguardava servizi ritenuti di prima necessità, come, ad esempio, tutta la filiera alimentare. Perché l’indotto che si è più che dimezzato, non è sufficiente a coprire i debiti. Vale lo stesso discorso per gli studi professionali che hanno dimezzato le presenze e che magari si sono organizzati con lavori in smart working, ma è solo un tamponare, un rischio molto alto. Per non parlare di negozi aperti ma senza clienti, fiere e mercati bloccati, lavoratori a casa senza alcun tipo di sussidio. Alcuni aiuti ci sono stati ma non sono bastati, quindi il pericolo protesto è dietro l’angolo.
Scatto dei protesti a breve
I protesti pronti a partire non sono pochi data la situazione che si è andata delineando. Quelli che scatteranno a fine mese saranno migliaia purtroppo ed i primi ad essere colpiti saranno artigiani, lavoratori autonomi o piccoli commercianti che non ce l’hanno fatta a fronteggiare la situazione. Le partite IVA sono state prese di mira, quelle più deboli e le realtà più piccole che hanno chiuso la fatturazione e non riescono a far fronte alle spese che incessantemente continuano ad arrivare. Il volume dei protesti in Italia è molto alto, nonostante nel periodo pre-covid si era registrata una discesa entusiasmante, ora si parla di circa di due miliardi di euro l’anno. Il 50% di questi sono relativi ad assegni scoperti che hanno una media di € 4000 ciascuno. Queste cifre sono davvero sbalorditive dato che incappare nel protesto è semplice purtroppo ed a causa di cifre anche molto molto basse. Subito dopo gli assegni come causa protesti troviamo le cambiali e successivamente l’esaurimento del fido bancario.
Hasthag iosaròprotestato
Questo appello, è nato da poco sulle principali piattaforme social e le adesioni che si possono verificare sono notevoli a testimonianza della situazione che l’Italia intera sta passando. Nessuno si deve vergognare della propria situazione economica e quindi pubblicare il proprio status è solo atto di condivisione per capire che molti, anzi moltissimi, si trovano sulla stessa barca. La speranza è che l’unione faccia la forza ed offra suggerimenti a chi di dovere per agire al meglio e risparmiare qualche situazione di protesto.