Coniuge Protestato con comunione o separazione dei beni
Nel momento in cui si diventa coniugi e si sceglie liberamente se optare per la comunione o per la separazione dei beni bisogna prima riflettere sulle conseguenze che questa scelta comporta nelle varie casistiche che si possono presentare. Per trovarsi in difficoltà basta che uno dei due coniugi acquisti un’auto, o la prenda a leasing, basta aver firmato un assegno, aver contratto un mutuo con o senza il coniuge, aver comunque accumulato dei debiti. Tutto scorre fino al momento della separazione. Cosa accade se si ha la comunione dei beni? Chi è obbligato a pagare i debiti? Su chi grava il protesto? Vediamolo insieme.
Cosa scegliere per tutelarsi
Per ragionare e capire chi dovrà pagare i debiti basta pensare che tutto dipende dal regime patrimoniale. Ovviamente tutte le conseguenze che ne deriveranno riguardano la scelta del tipo di regime patrimoniale tra comunione o separazione dei beni. Questa scelta va fatta e firmata il giorno del matrimonio e nel caso in cui non venga specificata, implicitamente è come aver scelto la comunione dei beni. Per la legge questa è una scelta automatica e da quel momento in poi debiti e crediti, protesti, e casistiche economiche in genere non saranno più esclusive del coniuge, ma di entrambi a tutti gli effetti. Per questo per tutelarsi al massimo è sempre bene optare per la separazione dei beni.
Regime di separazione dei beni
Nel regime di separazione dei beni, i coniugi sono più tutelati l’uno dall’altro in casistiche di difficoltà, divorzi o scelte azzardate che causino serie difficoltà economiche. In questa fattispecie il coniuge è e resterà sempre unico proprietario dei beni acquistati dopo la vita matrimoniale. I beni acquistati prima della vita da coniugati restano comunque di proprietà del solo coniuge che li ha effettivamente acquistati, cosa che accade anche nel regime patrimoniale di comunione dei beni. I debiti e i crediti che si contraggono vedono rispondere solo ed esclusivamente il coniuge che li ha contratti. Questo vale per tutti i debiti e tutti i crediti anche se sono stati contratti per acquistare beni e servizi che erano destinati all’utilizzo dell’intera famiglia. Quando uno dei due coniugi quindi non riesce ad adempiere per far fronte ai propri debiti, risponderà senza coinvolgere l’altro coniuge, e sarà l’unico responsabile.
Regime di comunione dei beni
Sia la comunione che la separazione dei beni sono casistiche regolate dal codice civile. Secondo l’articolo 177 sono di proprietà dei due coniugi tutti i beni che vengono acquistati insieme o in maniera separata durante il matrimonio. Anche tutto quello che deriva da investimenti o da beni acquistati prima del matrimonio fanno parte del patrimonio comune. Utili, proventi, stipendi, proprietà, tutto nel caso di comunione dei beni sarà di proprietà di entrambi al 50 %. Ovviamente come anticipato prima sono esclusi i beni acquistati o ricevuti prima del matrimonio, quelli di cui si ha acquistato la proprietà per donazione o per successione o tutti i beni personali e che vengono utilizzati per svolgere il proprio lavoro.
Regime di comunione dei beni
Nel caso di separazione dei beni, il coniuge che non ha sottoscritto contratti non risponde in nessun caso a protesti o pignoramenti. La situazione diventa difficoltosa nel momento in cui ci si trova in regime di comunione dei beni come ad esempio nel caso di contrazione di un mutuo o di qualsiasi acquisto in cui si faccia un debito, che precluda la firma di una cambiale o semplicemente si emetta un assegno che poi rimanga scoperto, risponderanno entrambi i coniugi. In realtà la legge tutela il coniuge che è estraneo a tali vicende nel caso in cui non era a conoscenza della situazione creata dall’altro. Se però viene stabilito che marito e moglie erano d’accordo nella stipula del debito, saranno entrambi a dover rispondere. Il protesto sarà a nome di entrambi e il pignoramento sarà sui beni familiari.