Evitare sanzioni, segnalazioni e protesto
Emettere un assegno senza provvista accade più spesso di quanto si pensi, infatti, può capitare con molta facilità che senza pensarci si effettui un pagamento senza riflettere che nel corrispettivo conto non sono presenti fondi necessari per la copertura del debito. Accade anche che si ritardi nei versamenti o semplicemente i tempi non sono così come si era previsto tanto da iniziare a muovere un processo che potrebbe portare alla segnalazione alle banche come cattivo pagatore. Una volta che si viene catalogati come tali accade che purtroppo molte concessioni di credito vengano bloccate e che le banche blocchino persino la possibilità di emettere assegni facendosi anche restituire quelli che sono in possesso del cliente debitore proprio per evitare ed essere certi che esso non emetta alcun titolo di credito senza provvista, per tutelare lui e i rispettivi creditori.
Pagamento tardivo e sanzioni evitate
C’è una possibilità che il sistema messo in moto per il protesto si possa fermare in qualche modo, pagando tempestivamente il debito a copertura dell’intero importo entro e non oltre sessanta giorni dalla scadenza del titolo. Facendo questo si potrà evitare di essere segnalati alla Centrale di Allarme Interbancaria. Questo pagamento tardivo viene permesso dalla legge, che tutela in questo modo il debitore facendogli evitare sanzioni e oneri accessori legati al procedimento, nonché segnalazioni e iscrizioni. Gli oneri che si eviteranno pagando l’importo nei tempi stabiliti sono: la penale che è proporzionale all’importo dovuto, ovvero al 10% dell’ammontare del debito, gli interessi legali che si attivano nel momento in cui parte il procedimento, e tutte le spese relative al protesto dato che se esso sia stato già stato affidato ad un ufficiale giudiziario saranno oneri certi da sostenere, come anche spese di segreteria, bolli e altre.
Non basta il pagamento, serve la prova
Per evitare sanzioni, oneri accessori, il conseguente protesto, l’iscrizione alla CAI, le segnalazioni e tutto il resto però non è sufficiente che il debitore paghi la somma dovuta, ma questo pagamento andrà dimostrato. Non basta perciò che entro sessanta giorni dalla scadenza del titolo si provvedi all’adempimento di quanto dovuto ma si dovrà in qualche modo dimostrare che questo pagamento è avvenuto. La banca quindi per sospendere le procedure ha bisogno che le venga provato che il debito è stato saldato fornendo una dichiarazione nero su bianco. Solo attraverso questo atto palesato si potrà evitare che si venga segnalati e che si sospendano le procedure di protesto.
Pagamento diretto al creditore
Ovviamente sarà possibile che il debitore per adempiere alla sua mancanza vada in maniera diretta al proprio creditore risarcendolo della somma dovuta. Anche in questo caso, se la somma andrà direttamente al beneficiario andrà comunque emessa una prova. Questa prova viene chiamata quietanza liberatoria e dovrà essere datata e firmata direttamente dal beneficiario che la presenterà alla banca. Anche questo procedimento, il palesamento del pagamento e la relativa prova hanno come scadenza i sessanta giorni totali dalla data di scadenza del titolo. Perciò bisogna porre molta attenzione dal non pensare che serve solo il pagamento entro quella data.
Evitare il protesto
Come abbiamo visto sarà quindi possibile evitare il protesto adempiendo per quanto dovuto e provando quanto effettuato. Perciò il debitore potrà continuare ad emettere assegni, evitare le sanzioni, gli oneri, il protesto e tutti i costi economici e morali che esso comporta.