La Centrale Allarme Interbancaria
La Centrale di Allarme Interbancaria conosciuta come CAI, è un servizio che consente di venire a conoscenza di tutti i dati che sono stati registrati con il proprio nome e, quindi, di avere sotto controllo la situazione dei vari pagamenti in corso. Grazie a questo servizio, totalmente gratuito, si può verificare se assegni o carte siano stati bloccati e, eventualmente, venire a conoscenza del motivo del blocco e delle procedure e motivazioni che hanno portato a questo.
Per cosa viene utilizzato la CAI
La CAI è gestita dalla Banca d’Italia e opera a tutela di tutti i cittadini, che potranno sentirsi più al sicuro nel momento in cui utilizzano mezzi di pagamento come assegni, bancari o postali, e le varie carte di pagamento. L’esistenza della Centrale ci permette di prevenire l’utilizzo anomalo di questi mezzi di pagamento, grazie ai dati che vengono iscritti e pubblicati. Tali dati comprendono:
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i dati anagrafici e generali della persona che ha effettuato il pagamento senza avere i fondi per poterlo fare o ha emesso assegni in assenza di autorizzazione;
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tutti i dati degli assegni di cui sopra, in modo da rendere facile la procedura per risalire ad essi;
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i dati anagrafici e generali di tutti coloro che hanno subito sanzioni penali da parte delle autorità giudiziarie;
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tutti i dati degli assegni per i quali è in corso una denuncia di furto o smarrimento e che, quindi, sono stati bloccati;
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tutti i dati che identificano la carta che è stata o smarrita o rubata;
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tutti i dati degli assegni che non sono stati restituiti dopo l’autorizzazione alla revoca;
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i dati anagrafici e generali delle persone che hanno subito delle sanzioni per aver emesso assegni non autorizzati o senza fondi;
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i dati anagrafici e generali dei soggetti che non hanno più l’autorizzazione ad utilizzare carte per i pagamenti, dato che è stato verificato un mancato adempimento o non è stato costituito un fondo dal quale attingere per pagare le transazioni effettuate.
I dati restano iscritti dopo aver ricevuto segnalazioni da uffici postali, banche, emittenti di carte, autorità giudiziarie o Prefetture, e restano pubblici per un periodo che va da 6 mesi a 10 anni; alla scadenza la loro cancellazione è automatica. Per chiederne la modifica o la cancellazione si dovrà fare appello direttamente all’ente che ne ha richiesto l’iscrizione.
Protestati e iscrizione al CAI
L’iscrizione al CAI per i soggetti protestati è automatica. Questi soggetti, infatti, oltre a finire nel registro dei protesti, vengono iscritti alla Centrale; dunque, tutte le loro informazioni, anche quelle sui propri mezzi di pagamento, vengono archiviate, rese pubbliche e facilmente accessibili. La differenza sta nel fatto che l’iscrizione al CAI è veloce e, nel momento in cui viene verificato che il pagamento non è autorizzato o manca di fondi, si finisce immediatamente nei registri. I protestati restano negli archivi per 5 anni e subiscono un impedimento chiamato “revoca di sistema”, per il quale il soggetto debitore deve adempiere a sanzioni come: il divieto di emettere ulteriori assegni per sei mesi; il divieto di restituire tutti gli assegni posseduti; il divieto di stipulare rapporti con qualsiasi banca o ufficio postale che gli permettano di possedere assegni.
Chi può accedere agli archivi CAI
L’accesso agli archivi è pubblico e di facile consultazione. Le persone fisiche e giuridiche potranno richiedere dati e venirne a conoscenza in tempi brevi e in maniera chiara. Per quanto riguarda i soggetti fisici, potranno direttamente richiedere a proprio nome la consultazione degli archivi; oppure, se sono impossibilitati, potrà procedere per loro un tutore, un curatore o un erede. Le persone giuridiche invece, vale a dire società, enti, associazioni, o organismi in genere, potranno richiedere i dati iscritti al CAI tramite domanda posta dal legale rappresentante. Si possono richiedere anche solamente i dati relativi a un assegno, per venire a conoscenza della situazione di blocco.