Perchè si diventa protestati?
Sentir parlare di soggetti protestati non è così raro, anzi accade molto più frequentemente rispetto agli anni passati. Il motivo di ciò va ricercato nel fatto che la società e la situazione economica generale creano mettono spesso i cittadini in condizioni di difficoltà economica. Di certo, il fatto che essere protestati sia diventato così comune ci ha un po’ abituati a questa situazione, tanto che i soggetti protestati oggi non vengono più etichettati e visti in maniera così negativa.
Quando si può essere protestati
Il protesto deriva dal fatto di non essere stati in grado di adempiere al pagamento di un debito attraverso l’utilizzo di titoli di credito. Il debitore, quindi, viene iscritto nel registro dei protesti per il mancato adempimento del suo obbligo.
Ma come si arriva a questo? Quando viene emessa una cambiale o un assegno a favore di un creditore, quest’ultimo, alla scadenza, presenta il titolo alla riscossione. Ma può accadere che l’operazione di riscossione venga rifiutata; a questo punto, il creditore stesso potrà avanzare l’atto di protesto nei confronti del debitore. Purtroppo, però, non si prendono in considerazioni le motivazioni per cui il pagamento risulta bloccato; infatti, il creditore può avviare la procedura e levare il protesto nel momento stesso in cui la banca si rifiuta di pagare il titolo, al di là di qualsiasi ragione per cui il pagamento sia stato bloccato.
Cosa succede dopo l’atto di protesto
La conseguenza immediata dell’essere protestati, ovvero dopo la levata del protesto da parte del creditore, è l’avviamento del processo per il quale il nome del debitore viene iscritto nel registro dei protesti. Tale registro è pubblico e facilmente consultabile da chiunque possa avere a che fare con il malcapitato debitore. Da questo momento in poi, il protestato si troverà ad affrontare una serie di difficoltà, anche professionali. Chiunque consulti questo registro, infatti, eviterà di avere contatti lavorativi e professionali con il debitore non pagante, considerato non affidabile. Purtroppo, l’iscrizione al registro dei protestati implica un danno all’immagine del soggetto protestato, che lo pone in una condizione di difficoltà, anche dal punto di vista lavorativo.
Difficoltà dopo un protesto
Uno dei primi problemi a cui il soggetto protestato va incontro è il non riuscire più ad accedere ai crediti. I rapporti con le banche saranno limitati, così come tutte le operazioni ad esse connesse. Il debitore entrerà nell‘Elenco Ufficiale dei Protesti in soli 10 giorni e tutti gli istituti di credito si terranno ben alla larga da coloro che risultano cattivi pagatori o protestati. Inoltre, il soggetto protestato si troverà nell’impossibilità di emettere assegni per i 6 mesi successivi all’iscrizione pubblica; ciò avviene anche nel caso in cui il soggetto protestato riesca a pagare entro 60 giorni.
Dal momento che il creditore non riesce a riscuotere la somma che gli spetta, sarà il pubblico ufficiale cui ha fatto appello a tentare di farsi pagare, tenendo in considerazione che, a causa di problemi burocratici o intoppi di sistema, il debitore sia ignaro della situazione che si è creata e non ne abbia alcuna colpa. A questo punto, il debitore non dovrà limitarsi a pagare la somma riportata nel titolo di credito non adempiuto, ma dovrà annettere anche le sanzioni pecuniarie previste per chi non adempie al proprio debito.
Infine, uno degli effetti più drastici del protesto è il pignoramento dei beni, a cui si ricorre per risarcire i creditori e pagare le operazioni collegate al movimento che si è venuto a creare.