Sospensione dei protesti fino al 31 agosto
Le parole e le promesse erano allettanti e rassicuranti, quando l’emendamento Ferri-Marattin entrò in vigore sancendo la sospensione dei protesti almeno fino al 31 agosto. Ma questo grande aiuto non si verificò nella realtà, infatti il sospiro di sollievo che stavano tirando i commercianti è stato ben presto smentito, rifacendo piombare tutti nel pericolo protesti.
Boccata di ossigeno
Esattamente boccata d’ossigeno era quello che i commercianti definivano il provvedimento, ma la scoperta successiva non era delle più rassicuranti. Un piccolo particolare ribalta la situazione: la Ragioneria dello Stato sottolinea che i titoli di credito che sarebbero stati sospesi non erano tutti, ma solamente quelli emessi prima del 9 aprile 2021. Di tutto il discorso i commercianti non erano stati avvisati, quindi la situazione era peggiore di quanto si pensasse. Tutti i negozianti si sono visti rigettare dalle banche le proprie richieste di sospensione e sono stati costretti a pagare gli assegni. È stata definita una sorta di presa in giro dato che non si ha più la certezza che essi siano salvi e tutti coloro che non sono riusciti a pagare gli assegni che pensavano venissero sospesi, sono rimasti a rischio protesto. Monia Petreni, presidente del Comitato Commercianti Uniti, afferma: “La presa in giro non è ammissibile e da lunedì starò lì giorno e notte fino a che qualcuno non mi darà delle spiegazioni. Ci preme capire se si sta tentando di fare gli scaricabarile o se è effettivamente la Ragioneria di Stato ad aver imposto quest’assurdità. Cosima e Laura sono due anziane signore che mi hanno chiamata in lacrime, hanno dedicato una vita alle loro attività e, se le cose non cambieranno e subito, dovranno chiudere come molti altri, e non per colpa loro. La mia battaglia è la battaglia di oltre tremila commercianti che hanno aderito al mio Comitato”. Da sottolineare c’è poi il fatto che l’intero sistema si vada via via bloccando, infatti venire protestati non significa solo essere segnalati come cattivi pagatori ma di conseguenza significa anche essere impossibilitati a ordinare merce in futuro ed essere costretti a chiudere l’attività.
Lettera al presidente Sergio Mattarella
Il Comitato dei Commercianti Uniti, viste le innumerevoli difficoltà, si sono fatti avanti e si sono stretti ancor di più per inviare al presidente una lettera in cui elencare tutte le difficoltà che magari non erano state prese in considerazione. La lettera recita: “Presidente vogliamo onorare i nostri debiti verso i nostri creditori, ma il lockdown imposto per oltre due mesi per decreto legge non ci concede la liquidità necessaria per onorare gli impegni sia verso lo Stato sia verso i nostri fornitori, sia verso gli oneri nazionali sia verso quelli locali. Se non viene garantita l’esistenza delle filiere, ci ritroveremo in una condizione economica disastrosa; non basteranno i miliardi di euro promessi dall’Europa, in quanto non solleveranno le aziende dall’inesorabile denuncia al Crif e al Cai per un assegno o titolo non onorato con l’inevitabile sentenza negativa. Sarà necessaria una sospensione delle procedure dei protesti, già presentata nel decreto Salva Italia, ma solo fino al 9 di aprile, in piena emergenza Covid-19. Questo è quello che il Comitato Commercianti Uniti ha manifestato a Roma e a Siena, incontrando politici di tutte le forze politiche: una protesta con proposta. E ora sono in calendario altre manifestazioni. Presidente Mattarella, aiuti le nostre radici per salvare le nostre botteghe.