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Si può svuotare il conto corrente per evitare il pignoramento?

La parola “pignoramento”, lo sappiamo bene, è causa di grandi ansie e paure e spesso spinge ad azioni troppo affrettate e non proprio ponderate. 

Nella maggior parte dei casi, chi si trova in una situazione di sovraindebitamento risponde alla minaccia del pignoramento adottando come soluzione preventiva il prelievo di tutti i fondi presenti sul proprio conto. 

Ma è realmente questa la soluzione più giusta ed efficace per affrontare una procedura legale come il pignoramento del conto corrente? 

Prima di procedere con lo svuotamento del conto, è fondamentale comprendere le implicazioni legali di una simile azione e le alternative disponibili per proteggere il proprio patrimonio in modo conforme alla legge. 

In questo articolo, ti parleremo proprio delle strategie adottate più di frequente per lo svuotamento preventivo del conto, illustrandoti anche le conseguenze. 

Troverai anche una panoramica delle alternative legali, come il conto corrente non pignorabile, per evitare il pignoramento e riprendere il controllo delle tue finanze per un futuro più sereno e stabile.

È legale svuotare il conto corrente per evitare il pignoramento?

Svuotare il conto corrente con l’intento di sottrarre i fondi all’azione dei creditori è una pratica che può avere importanti conseguenze legali. La legge italiana, infatti, prevede strumenti per contrastare tali comportamenti, considerandoli atti in frode ai creditori. In particolare, il creditore può ricorrere all’azione revocatoria per annullare le operazioni effettuate dal debitore con l’intento di pregiudicare le sue ragioni. 

Ad esempio, se un debitore trasferisce somme significative dal proprio conto corrente a quello di un familiare o emette assegni circolari a proprio favore o a favore di terzi per evitare il pignoramento, tali operazioni possono essere impugnate e annullate dal giudice su richiesta del creditore. Nello specifico, il Codice Civile prevede il diritto per il creditore di richiedere la revoca, entro cinque anni, di qualsiasi atto con cui il debitore tenti di svuotare il proprio conto corrente per sfuggire al pignoramento. 

Vedremo più avanti nel dettaglio in cosa consiste l’azione revocatoria.

Conseguenze legali dello svuotamento del conto prima del pignoramento

Lo svuotamento del conto corrente è sicuramente la prima opzione a cui si pensa nel caso in cui si sia a rischio di pignoramento. Difatti, lasciare il conto pignorato senza fondi viene considerata la soluzione più efficace. Perché? 

Per capire meglio, vediamo insieme come funziona la procedura del pignoramento.

  • Per richiedere il pignoramento, il creditore deve, innanzitutto, procurarsi un “titolo”, ossia una prova del debito esistente: un decreto ingiuntivo, un assegno o una cambiale protestata, un mutuo bancario.
  • Una volta ottenuto il titolo, questo deve essere notificato al debitore attraverso il cosiddetto “atto di precetto”.
  • A questo punto, il debitore avrà 10 giorni di tempo per sanare il proprio debito e non incorrere nel pignoramento. Il creditore dovrà quindi attendere i 10 giorni (e comunque non oltre i 90 giorni) per dare esecuzione al pignoramento.
  • Se prima dell’esecuzione il conto è stato svuotato e lasciato “in rosso”, al momento del pignoramento la banca comunicherà al creditore l’assenza di fondi. Il creditore dovrà quindi decidere se continuare la procedura o interromperla. 
  • Se il debitore fa attenzione a evitare qualsiasi movimentazione sul conto anche in seguito al pignoramento, il creditore non potrà soddisfare il suo credito. Il creditore avrà 30 giorni di tempo per scegliere se continuare con il pignoramento del conto, seppur senza fondi, o interromperlo. Se allo scadere dei 30 giorni non avrà preso una decisione, sarà il giudice a intervenire sbloccando il conto.

Dopo aver analizzato questo processo, dunque, verrebbe da pensare che lo svuotamento del conto possa davvero costituire la miglior soluzione possibile. Ma, come detto in precedenza, bisogna considerare la possibilità che il creditore richieda un’azione revocatoria entro cinque anni. Oltre a questo, le conseguenze legali potrebbero essere anche più gravi. Ad esempio, potrebbe essere stabilita una presunzione di frode da parte del debitore, che porterebbe all’imposizione di ulteriori interessi sul debito originale; o, addirittura, potrebbero essere imputate al debitore delle responsabilità penali. 

Inoltre, questo tipo di comportamenti potrebbe compromettere ancor di più la reputazione creditizia del debitore, rendendo più difficile l’accesso al credito in futuro.

Strategie comuni per proteggere i propri fondi dal pignoramento

Le strategie più impiegate dai debitori per proteggere i propri fondi dal pignoramento sono:

  • Trasferimento dei fondi a terzi: ossia lo spostamento del proprio denaro su conti intestati a familiari o amici. Attenzione però: il ricevente è tenuto a specificare la provenienza del denaro. Per questo, spesso si ricorre alla donazione per evitare il pignoramento. Il problema è che le donazioni devono essere registrate, pertanto sono pubbliche e il creditore leso potrebbe richiedere un’azione revocatoria a riguardo, qualora ne venisse a conoscenza.
  • Assegni circolari: il debitore può proteggere parte dei propri fondi richiedendo alla banca l’emissione di assegni circolari a proprio favore o a favore di terzi. Le somme relative agli assegni circolari escono dal conto e, per questo, non sono più visibili al creditore. Gli assegni circolari, però, vanno riscossi entro 3 anni.
  • Cassette di sicurezza: le somme prelevate dal conto possono essere custodite in cassette di sicurezza presso la propria banca. In questo caso, il problema è che il contenuto delle cassette può essere rintracciato dal creditore attraverso un’indagine presso il Registro dei Rapporti Finanziari.

L’azione revocatoria del creditore: come funziona?

L’azione revocatoria è uno strumento legale che consente al creditore di richiedere l’annullamento di atti, da parte del debitore, volti a ridurre il proprio patrimonio rendendolo insufficiente a coprire il debito e a soddisfare il diritto del creditore. Perché l’azione sia accolta, è necessario dimostrare:

  1. L’esistenza del credito: il creditore deve avere un credito certo, liquido ed esigibile.
  2. L’atto pregiudizievole: l’atto compiuto dal debitore deve ridurre la garanzia patrimoniale offerta ai creditori.
  3. La consapevolezza del pregiudizio: il debitore (e, in alcuni casi, il terzo contraente) deve essere a conoscenza del danno arrecato ai creditori.

Se l’azione revocatoria viene accolta, l’atto impugnato è dichiarato inefficace nei confronti del creditore, che potrà quindi procedere all’esecuzione forzata sul conto corrente del debitore o sui suoi beni oggetto dell’atto revocato.

Alternative legali per evitare il pignoramento del conto corrente

La soluzione più certa ed efficace per evitare il pignoramento consiste nel saldare il proprio debito nei confronti del creditore, senza così incorrere in possibili illeciti. Ma questa soluzione non è di certo la più agevole per chi si trova in una situazione di sovraindebitamento. Esistono comunque delle strade percorribili per rendere il pagamento del debito più sostenibile:

  • Accordo stragiudiziale: negoziare un piano di rientro del debito con il creditore, concordando rate sostenibili.
  • Procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento: rivolgersi all’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) per elaborare un piano di ristrutturazione del debito.

Come aprire un conto corrente se sei un protestato o cattivo pagatore

Il rischio di pignoramento del conto corrente per chi ha ricevuto un protesto o una segnalazione al CRIF è sempre dietro l’angolo. E, purtroppo, chi vive questa situazione incontra diverse difficoltà nell’apertura di nuovi conti, in quanto le banche si mostrano quasi sempre restie a concederla a chi può rappresentare un rischio.

Ma con questo non vogliamo scoraggiarti. Anzi, se ti trovi in una situazione simile, non devi abbandonare le speranze perché esistono delle soluzioni ad hoc che ti permettono di ristabilire la tua reputazione creditizia e a ristabilire il tuo equilibrio economico e finanziario. Ad esempio, noi di Conto Protestati Service siamo specializzati nell’offrire soluzioni su misura per protestati e cattivi pagatori.

Ti supportiamo nell’apertura di un conto corrente che ti permetta di riprendere alcune operazioni quotidiane ed essenziali, come il pagamento di bollette, prelievi o bonifici. Un conto corrente per protestati è la soluzione ideale per iniziare a rimettere insieme i tasselli della tua vita e ricominciare a guardare con fiducia al tuo futuro.

FAQ

Il conto corrente cointestato può essere pignorato?

Sì, il conto corrente cointestato può essere pignorato, ma solo nella misura della quota spettante al debitore. In genere, si presume che ogni intestatario possieda il 50% del saldo, salvo prova contraria.

Cosa succede se svuoto il conto corrente prima del pignoramento?

Se un debitore svuota il proprio conto corrente per evitare il pignoramento, il creditore può richiedere l’azione revocatoria, che renderebbe nulla tale operazione. Il debitore potrebbe anche incorrere in conseguenze penali in caso di frode ai creditori.
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